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Editoriale: Expo di Osaka? Bisognerebbe concentrarsi sulla ricostruzione di Noto.

Stanno correndo come dei treni lasciandosi alle spalle una montagna di problematiche e preoccupazioni.
L'opinione pubblica guarda con sempre più preoccupazione all'Expo di Osaka-Kansai del 2025.
Da più parti, infatti, si è levata la preoccupazione che i numerosi cantieri necessari per la costruzione dei padiglioni dell'Expo possano ostacolare l'urgente necessità di ripristinare la vivibilità delle città dell`area di Hokuriku, profondamente danneggiate dal terremoto che ha colpito la penisola di Noto all'inizio di quest'anno.

I costi dell'Expo continuano a lievitare e si dubita che sarà pronto in tempo per l'inaugurazione tra un anno e due mesi e che i cittadini subiranno un ulteriore salasso di fondi pubblici. Sia l'Expo che la ricostruzione potrebbero subire una battuta d'arresto.

Il Primo Ministro Kishida Fumio ha annunciato nella sua dichiarazione programmatica per l'attuale sessione parlamentare che si assumerà la responsabilità della riabilitazione delle aree colpite. Se così fosse, il settore pubblico e quello privato dovrebbero dedicare tutte le loro energie per garantire che non vi siano ostacoli alla ripresa e alla ricostruzione. Anche la precedente Expo di Dubai è stata rinviata di un anno a causa del coronavirus.

In un sondaggio condotto da Kyodo News a livello nazionale, alla domanda su cosa si dovrebbe fare per l'Expo a seguito del terremoto di Noto, solo il 27% degli intervistati ha risposto che l'Expo dovrebbe tenersi come previsto. Nella stessa pecentuale, anche le posizioni di chi afferma che "dovrebbe essere rinviata" o di chi chiede di "ridurre le dimensioni dell`evento senza cambiare i tempi". Inoltre, il 18% auspica la sospensione dell`evento. Facendo una somma, oltre il 70% ha chiesto una revisione "sostanziale" dell'attuale situazione.

Il problema è la carenza di materiali da costruzione e di operai, nonché l'aumento dei costi in concomitanza con l'avvio della costruzione dei padiglioni dell'Expo. Oltre al ripristino delle strade e dell'approvvigionamento idrico nelle aree colpite, questo potrebbe influire sulla costruzione di alloggi di emergenza per le oltre 50.000 case danneggiate.

Tuttavia, il governatore di Osaka Yoshimura Hirofumi insiste sulla necessità di portare avanti il piano, affermando che una delle due opzioni non nega necessariamente l`altra. Mentre il presidente della confindustria giapponese Tokura Masakazu afferma che l'Expo andrà avanti coi lavori come da programma e non avrà un impatto negativo sui lavori di ricostruzione prevalentemente di ingegneria civile.

Tuttavia, i cantieri, sia di ingegneria civile che di costruzione, sono di fatto in concorrenza per via della scarsità di manodopera, e i fallimenti di imprese del settore edile sono aumentati del 40%, su base annua, nel 2023, a causa dell'aumento dei prezzi della manodopera e dei materiali.

È stato sottolineato che l'elevato costo dei materiali e le difficoltà nel reperire risorse umane per la costruzione della sede delle Olimpiadi di Tokyo del 2021 avevano creato dei ritardi anche nella ripresa del Giappone orientale dopo il grande terremoto del 2011 (catastrofe di Fukushima). L'impatto sulle regioni locali, dove è difficile attrarre persone e merci, è stato significativo, e oggi non sembra realistico "rincorrere due lepri" in termini di ricostruzione e di Expo.

C'è anche molta preoccupazione per la continua espansione dei costi dell'Expo. Il costo della costruzione della sede è quasi raddoppiato, raggiungendo i 235 miliardi di yen, a cui si aggiunge il costo dei padiglioni a causa dei prezzi elevati e di altri fattori. Solo alla fine dello scorso anno è stato rivelato che il governo nazionale avrebbe dovuto sostenere altri 165 miliardi di yen, tra cui la costruzione del Padiglione del Giappone e l'assistenza ai Paesi in via di sviluppo per esporre all'Expo.

Inoltre, il piano di coprire la maggior parte dei 116 miliardi di yen di costi operativi con i biglietti d'ingresso rischia di essere messo a repentaglio. Il numero di persone che hanno dichiarato di voler andare all'Expo nei sondaggi condotti dalle prefetture e dalle municipalità è sceso dal 50% al 30% negli ultimi due anni.

In caso di deficit, l'onere per i cittadini potrebbe aumentare ulteriormente. La situazione attuale, in cui lo Stato e la comunità locale si scaricano reciprocamente la responsabilità dell'Expo insistendo sulla sua realizzazione, mette in discussione il tema stesso di "Progettare una società futura in cui si possa condurre una vita radiosa".

Fonte: Kyoto shinbun 10/2/2024





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