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Sei mesi dopo la sparatoria, questa società anomala prosegue per la sua strada. Nakamura Fuminori: "Il male risiede nell'indifferenza"

L'8 gennaio saranno trascorsi sei mesi dall'uccisione dell'ex primo ministro Abe Shinzo e il 10 gennaio scadrà la detenzione di Yamagami Tetsuya, 42 anni, con l'accusa di omicidio. Lo scrittore Fuminori Nakamura (45), che nei suoi scritti ha rappresentato i deliri di alcuni culti religiosi o anche le distorsioni della società, si preoccupa del fatto che "siamo ancora in una società in cui l'anormalità permane tra di noi".

Questo episodio non si sarebbe verificato…
Dopo l'incidente, quando ho scoperto che Yamagami era un membro dell'ex Chiesa dell'Unificazione di seconda generazione (ovvero, figlio di un credente) mi si sono chiarite le idee.
Questo perché sapevo già prima dell'incidente che Abe era legato alla setta, e aveva inviato un suo videomessaggio nel 2021 a una riunione di un'organizzazione legata all`organizzazione, in cui diceva: "Porgo i miei più sentiti omaggi alla presidente Han Hak Cha".

 Secondo quanto riferito, Yamagami era sia finanziariamente che mentalmente in ginocchio all'epoca. Una sorta di vero e proprio "sfogo" dovuto a una situazione difficile e credo che, in questo senso, ci siano delle somiglianze con l`uccidere in maniera indiscriminata chi si ha a portata di tiro.
Bisogna però dire che nel caso di Yamagami, egli aveva un'idea chiara di ciò che gli aveva causato tanta sofferenza. Probabilmente è per questo che ha ristretto il suo obiettivo a una persona specifica, il Presidente della setta. Anche il fatto che la controparte fosse una religione monoteista può aver avuto un'influenza inconscia. Era come se il bersaglio si concentrasse su un unico punto.

 Ma il Presidente era protetto da una grande organizzazione e, vivendo all'estero, colpire l`obiettivo risultava estremamente difficile . Così, si suppone possa aver pensato: "Beh, al suo posto mi rifarò su..." e quel qualcuno fu scelto non tra i pezzi grossi delle filiali della setta sparsi per il Giappone a livello locale. La scelta ricadde su Abe. Presumo che questo suo pensiero non fosse una sorta di "rivalsa", ma più che altro un "atto simbolico". Guardando quel videomessaggio, non mi sorprenderei che possa aver considerato Abe un simbolo associato alla setta, una sorta di "personalità più eminente dopo il Presidente della Chiesa".

In primo luogo, ritengo che in una società normale un episodio del genere non si sarebbe verificato e non avrebbe avuto conseguenze così insolite.

Un ente in grado di provocare tanti e tali danni si sarebbe dovuto limitarlo a un seminario di dimensioni ridotte, piuttosto che lasciarlo libero di diventare un`organizzazione religiosa riconosciuta dallo stato e, attraverso guide linea dettate dal governo o tramite l`intervento della polizia, si sarebbe dovuto scioglierlo al più presto possibile. E quand`anche si fosse comunque verificato un incidente, ritengo che i familiari delle persone vittime non sarebbero arrivate ad aggressioni con armi da fuoco nei confronti dei capi del gruppo religioso.

Ma nella nostra società, una setta denunciata per ingenti donazioni richieste ai fedelie e per le pratiche per scacciare il maligno in cambio di soldi era stata riconosciuta come organizzazione religiosa a norma di legge. Anche se si tramasse l`omicidio della carica massima di una tale associazione, sarebbe impossibile a colpi di arma da taglio e risultò infatti necessario all`aggressore costruirsi una pistola. Inoltre, l'obiettivo dell`attentato era l'ex Primo Ministro, in quanto persona avente stretti legami con la setta.

Un aspetto che ha reso insolito questo episodio è che, come risultato, si è capito che la nostra società versava in uno stato di anomalia. In quale altro Paese un ex Primo Ministro verrebbe assassinato a causa del suo coinvolgimento con una religione che viene additata come una setta occulta? Altrettanto deplorevole che non ci sia stato nessuno nell'entourage di Abe che abbia condannato il suo rapporto col gruppo religioso.

Se la situazione dovesse protrarsi, potrebbe succedere qualcosa di inaspettato...
Questo fatto ha portato alla luce le sofferenze della cosiddetta "seconda generazione", come il degrado del tenore di vita o la disgregazione familiare e anche il rapporto distorto tra politica e religione. Al contrario, c' stato anche chi ha sostenuto che il puntare il dito contro le organizzazioni religiose fosse proprio l`obiettivo prefissato da Yamagami.
In questo caso, tuttavia, non è necessario collegare causa ed effetto. Qualunque sia stato il movente, sono stati individuati una serie di fenomeni abberranti nella nostra società. Dobbiamo dunque approfittarne per porre dei rimedi. Ovvero, aiutare le vittime. Questa è la cosa più importante. Al contrario, non fare nulla, sarebbe ancora una volta un`anomalia.

 Eppure, la società non è cambiata nemmeno dopo sei mesi. La personalità giuridica dell`organizzazione viene ancora riconosciuta e i politici che avevano agito per spianare la strada alle sue attività siedono ancora sui banchi delle aule del governo. Ritengo che le anomalie sociali alla base di questa tragedia continuino ad esistere ancora oggi.

Lo scrittore Nakamura Fuminori

Se avessi l`opportunita di incontrarlo... 
I politici profondamente legati a questo culto, dovrebbero assumersi le proprie responsabilità e lasciare il loro incarico. Se sono intenzionati a continuare a fare i deputati, possono farsi un`esame di coscienza e provare a rimettersi al giudizio dei cittadini. D'altra parte, la gente deve continuare, tramite il voto, a far camminare i politici sul filo del rasoio. Questo perché ritengo che "il male" venga perpetrato a causa dell'indifferenza della gente.

Se lasciamo che il problema non venga affrontato, compresa la questione della responsabilità dei politici, penso che, oltre alla possibilità che incidenti simili si ripetano, potrebbe accadere qualcosa di ancor più imprevedibile. Se lasciamo la società così com'è, non aspettiamoci poi nulla di buono.

Alcuni potrebbero solidarizzare con il passato di Yamagami, come ad esempio l'adesione della madre a un'organizzazione religiosa, il disfacimento della sua famiglia e le conseguenti sofferenze provocate da donazioni che, si stima, ammontino a oltre 100 milioni di yen. Ma sostenere la trasformazione della società attraverso la violenza è, in realtà, la sconfitta stessa della società e della ragione.

Ho letto il post lasciati su Twitter da Yamagami. La mia impressione è che si tratti di una persona comunissima dalle idee conservatrici come se ne trovano a migliaia sul web.

 Secondo quanto riportato dai media, è passato molto tempo da quando aveva deciso di colpire, durante la sua visita in Giappone (autunno del 2019), la massima carica della setta fino all`aggressione all`ex Premier. Molto probabilmente, deve aver esitato a lungo.
Cosa pensò quando vide la schiena indifesa di Abe? Era forse soddisfatto dal potergli finalmente sparare, oppure era in preda alla disperazione pensando: "Colpendolo con quest`arma mi macchierò di un grave delitto". Avendo pianificato lui stesso il tutto, può anche sembrare contraddittorio ma credo che provasse un forte senso di paura. Uccidere qualcuno è un atto che, in un certo senso, equivale a uccidere anche se stessi.

Se avessi l'opportunità di incontrare Yamagami, vorrei dirgli, in primis, che mai e poi mai avrebbe dovuto uccidere Abe e che non avrebbe dovuto rovinare la sua stessa vita in questa maniera. Anche se al momento viveva una condizoine infelice, non si sa cosa sarebbe potuto accadere in seguito. La vita, fino all`istante prima della morte non sai mai che piega possa prendere.

 Sono preoccupato che il periodo prolungato di detenzione possa aver influito sulla sua salute mentale. Spero che il processo si svolga nel rispetto della legge.

Fonte Asahi shinbun 2023/1/7 (Intervistatore: Okano Sho)


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